Ogni azienda che voglia dedicarsi all’export, deve pianificare una strategia di internazionalizzazione, che ovviamente non può prescindere dal settore merceologico in cui opera.

Osservando i dati forniti da Export Karma 2019 di SACE SIMEST, ecco quali sono le aree più attrattive settore per settore del made in Italy.

Agrifood: numeri da record, con i Paesi UE che fanno da traino

Le aziende agroalimentare che vogliono tentare la via dell’internazionalizzazione hanno ragione di essere ottimiste.

  • Agroalimentare. Il settore agrifood cresce costantemente e nel 2018 tocca 41,8 miliardi di euro, con una previsione di crescita per il 2019 del 3,8%. Due terzi delle esportazioni italiane restano in area UE, e in primis in Germania.
  • Alcolici. In salita le esportazioni di birre nazionali (+11%, raggiungendo per la prima volta i 200 milioni di euro) e dei vini. Gli spumanti, in particolare, toccano un +10% nel 2018. Tra i mercati in cui la richiesta di prodotti agroalimentari italiani sale: Corea del Sud, Indonesia, Russia, Ucraina, Nigeria, Colombia e Messico.

Beni di investimento: crescita a ritmi contenuti

Per quanto concerne i beni di investimento, la richiesta avanza ma non a passo svelto.

Previsioni positive, comunque, per i prodotti che rientrano nei seguenti settori:

  • Meccanica strumentale (motori, valvole, macchine per l’agricoltura, turbine ecc). I mercati di sbocco più promettenti sono Bangladesh, Cina, India, Filippine, Portogallo, Romania e Perù;
  • Apparecchi elettrici. Ottimismo verso India, Myanmar, Vietnam, Ghana, Nigeria, Bulgaria, Spagna e Portogallo;
  • Mezzi di trasporto. L’export cresce col freno a mano tirato, letteralmente, per via della stasi del settore automotive. Ci si aspettano le migliori performance in India, Filippine, Vietnam, Grecia, Svezia, Egitto e Qatar. Per quanto riguardo le automobili, trainata dal Brasile, l’America Latina potrebbe essere un mercato promettente.

Prodotti intermedi: superata la fase di boom, la domanda continua a crescere più lentamente

I prodotti intermedi avevano vissuto una fase di boom nel 2017-18. Adesso e nel triennio la crescita prosegue a ritmi meno sostenuti, dal +3,6% al +4%.

  • Settore farmaceutico. L’Italia è il sesto mercato al mondo nel settore farmaceutico e circa l’80% della produzione viene esportata, benché le aziende produttrici siano perlopiù estere. Il sottosettore che può riservare le maggiori sorprese è il biotech, mentre i mercati di sbocco più attrattivi saranno, stando alle previsioni, Cina e India;

Beni di consumo: fashion & furniture ancora al top del made in Italy

La categoria dei beni di consumo è trainata ancora dai grandi classici del made in Italy:

  • Moda e arredamento. I due settori più distintivi della produzione italiana continuano a trainare i beni di consumo un po’ ovunque all’estero. Particolarmente in crescita la richiesta in Corea del Sud, Giappone, Messico, Kenya, Senegal. L’arredamento italiano di fascia alta sfonda in USA e in Cina. Le vendite e-commerce dell’home living in Italia nel 2018 hanno toccato quota 1,5 miliardi, salendo del 50%.

Per avere una visione completa dei dati, ti suggeriamo di leggere il report di SACE SIMEST.

Prima, però, abbiamo un ultimo consiglio da darti.

Per la strategia di internazionalizzazione, individua il mercato più attrattivo

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