di Mario Collevecchio, Docente della SPISA dell’Università” Alma Mater” di Bologna. Già direttore generale del Ministero dei trasporti e della Provincia di Pescara. Dirigente di vertice nelle Regioni Abruzzo e Veneto
Saggio pubblicato in ASTRID Rassegna n.17 del 19 dicembre 2017

Nonostante i numerosi tentativi di riforma che si sono susseguiti, le pubbliche amministrazioni non riescono ancora a raggiungere un livello soddisfacente di performance in termini di servizi e prestazioni da rendere ai cittadini e alle imprese.

L’azione amministrativa si svolge con notevole difficoltà nel ginepraio di leggi, decreti, regolamenti, circolari e istruzioni che alimentano una burocrazia complicata e inceppata, vista male da tutti. L’orientamento al risultato, obiettivo cardine delle riforme, è ancora ingessato in una serie di comportamenti che seguono la logica dell’adempimento. Ne deriva che provvedimenti come il decreto legislativo Madia del 25 maggio scorso, n.74, che mira al rilancio degli strumenti di programmazione e a ricondurre la misurazione e la valutazione della performance entro i binari della verifica degli obiettivi realizzati e del merito dei dirigenti e del personale, destano grande interesse.

Il decreto apporta numerose modifiche al decreto Brunetta 150/2009, che già disciplinava il ciclo della performance e i sistemi di misurazione e valutazione della medesima e di cui conferma l’impianto generale. Ma, nello sviluppare i principi e i criteri direttivi dettati dalla legge delega 124/2015, mira a rettificare e a integrare la normativa in materia al fine di consentirne l’effettiva attuazione e dare nuovo impulso ai processi di innovazione e di riforma della pubblica amministrazione. Questo saggio approfondisce l’analisi del decreto ricostruendo in maniera organica (e un po’ a fatica) la normativa di riferimento e soffermandosi sui diversi aspetti del ciclo di gestione della performance a livello statale e locale. In tale percorso viene particolarmente curato il raccordo della performance con gli strumenti di programmazione economico-finanziaria previsti dalle recenti leggi di riforma della contabilità dello Stato e degli enti territoriali, esplicitando i numerosi richiami al riguardo contenuti nel decreto.

La specificità rilevata per gli enti locali, in cui il PEG assorbe il piano della performance, e l’inclusione della misurazione e valutazione della performance nella sfera più ampia del sistema dei controlli hanno suggerito l’aggiornamento di una sintesi del modello di governance degli enti stessi presentata nell’ultimo paragrafo.